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Samdhyā

La grammatica sanscrita utilizza un termine per definire la relazione che l’essere umano ha tra il mondo divino e quello terrestre: Samdhyā.

Samdhyā è il crepuscolo che pervade i tre mondi, ma anche la prima luce del mattino che raccoglie in sé il mondo di tutte le possibilità che ancora possono avvenire. E’ il senso di unità che colma la naturale distanza fra gli opposti, tra le diverse caratteristiche del mondo così lontane tra loro. Questa comunione del cuore consente di raccogliere l’energia verso il centro e dare significato a ciò che esiste. Altrimenti, il risultato sarebbe soltanto disordine e mancanza di senso. Samdhyā è l’impulso dello scienziato a ricercare la formula che risponda alle leggi della realtà fisica, oppure del cuoco ad aggiungere uno specifico condimento al piatto che sta preparando. Samdhyā è la pura energia creativa che illumina lo sguardo o la mano dell’artista. Per questo mi è così cara. Credo che ciascuno di noi sia benedetto dalla luce soffusa di Samdhyā diverse volte durante la propria giornata, quando si apre allo stupore. E lo sguardo diviene soffice davanti alla grandezza del creato.

 

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