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As well as distracting me, one of the things I have learnt from my long stopovers in airports and stations is that the hustle and bustle reminds me of how much I need to look after myself, through small caring gestures and simple gifts that make me feel welcomed. I close my eyes and here I am in the elusive delirium of chaos ….

Holding on to my breath like on to a rope lowered in the depths of a well. And within it I let myself go, an uncertain trapeze artist suspended over the infinite. Or at least this is how I like to image myself.

There are so very few certainties I have about myself … and the deeper I enter my inner landscape, the less I feel I really know it or are able to grasp it in its entirety. But does it really matter …? I love it anyway.


Una delle cose che ho capito dai miei lunghi soggiorni negli aeroporti e nelle stazioni, è che la confusione oltre a distrarmi mi ricorda quanto io abbia bisogno di prendermi cura di me stesso, con piccoli gesti gentili, semplici regali che mi fanno sentire accolto. Così mi ritrovo a occhi chiusi nel delirio inafferrabile del caos a ricercare il mio respiro come una fune che discende nelle profondità del pozzo. E lì mi lascio andare, trapezista incerto sospeso sull’infinito. O almeno così mi piace pensarmi.

Quante poche certezze ho su me stesso.. e più vado avanti a inoltrarmi nel paesaggio interiore e meno riesco a sentire di conoscerlo davvero o di afferrarlo nella sua interezza. Ma che importanza ha. Mi piace lo stesso.

Bali, 29 gennaio 2018

In ogni momento in cui riconoscete qualche resistenza in meditazione, osservatela e poi lasciatela andare, espirandola fuori dal corpo. Superare le vostre resistenze può insegnarvi il valore dell’osservazione e dell’abbandono.

 

Roma, 30 giugno 2017

Il termine “pensiero” (in italiano) deriva dal latino “pensum”, che stava a indicare un quantitativo di lana che doveva essere “pesata” prima della filatura. Per questo il pensiero è materia che necessita di essere soppesata e raffinata. Mi piace credere che questa azione non avvenga solo attraverso l’affinamento dell’intelletto ma con il sottile ascolto dei sensi e della vita che scorre.

 

Roma, 6 giugno 2017

Isadora Duncan, la grande ballerina americana, credeva fermamente che lo spirito potesse essere risvegliato. Quando iniziò ad accogliere i bambini nella sua scuola, cercò prima di tutto di ridestare in loro il rapporto con il ritmo universale.

Anche noi nella danza continua delle forme, nella bellezza della nostra pratica, cerchiamo il centro, quello spazio immutevole che ispira il movimento.

 

Roma, 3 maggio 2017

 

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